Il gesto apparentemente semplice del Louvre di acquisire la sua prima opera di videoarte segna un punto di svolta nelle complesse dinamiche tra istituzioni culturali e tecnologia. L’opera ‘Les 4 temps’ dell’artista algerino Mohamed Bourouissa non è solo un’aggiunta alla collezione permanente del museo parigino, ma rappresenta una ridefinizione dei confini tradizionali dell’arte istituzionale. (Fonte 1)
Questo evento simbolico solleva una questione fondamentale: chi controlla oggi i territori dell’espressione artistica e della tecnologia? E come questi territori vengono contestati, sovvertiti o legittimati?
L’istituzione che si apre: confini permeabili tra digitale e tradizione
La collaborazione tra il Louvre e Bourouissa è iniziata nel 2024 quando il museo ha affidato all’artista la gestione del proprio account Instagram. Per 52 settimane consecutive, ogni domenica, Bourouissa ha pubblicato un video che documentava la vita dei Giardini delle Tuileries attraverso le stagioni. (Fonte 7)
Questo approccio sperimentale evidenzia come persino le istituzioni più conservative stiano riconsiderando il proprio rapporto con i media digitali. Non si tratta più di una semplice strategia di comunicazione, ma di un riconoscimento del valore artistico intrinseco nei nuovi linguaggi espressivi.
L’acquisizione di ‘Les 4 temps’ rappresenta quindi un cambiamento paradigmatico nel modo in cui i musei tradizionali interagiscono con l’arte contemporanea e i suoi mezzi espressivi. Il video non è più considerato solo come documentazione o strumento promozionale, ma come opera d’arte autonoma degna di essere preservata accanto ai capolavori storici.
Sovversione tecnologica: quando l’arte digitale sfida il potere costituito
Mentre il Louvre abbraccia ufficialmente la videoarte, altri artisti utilizzano tecnologie emergenti per contestare direttamente le narrative istituzionali. Un esempio significativo è il progetto non autorizzato di 17 artisti indigeni che hanno utilizzato la realtà aumentata per trasformare opere esposte nell’ala americana del Metropolitan Museum. (Fonte 5)
Lanciata simbolicamente durante l’Indigenous Peoples’ Day, questa iniziativa sovrappone interpretazioni native a opere che storicamente hanno rappresentato i popoli indigeni attraverso uno sguardo coloniale. La tecnologia AR diventa così uno strumento di riappropriazione culturale e contestazione politica.
In modo simile, gli artisti Tega Brain e Sam Lavigne utilizzano strumenti digitali per “distrarre” i dirigenti delle compagnie di combustibili fossili, coinvolgendo il pubblico in una forma di attivismo tecnologico contro il cambiamento climatico. La loro mostra presso Pioneer Works a New York trasforma l’arte interattiva in uno strumento di resistenza creativa. (Fonte 2)
Sovranità tecnologica: la geopolitica entra nell’arte digitale
Questi esempi artistici si inseriscono in un contesto più ampio di tensioni geopolitiche legate alla tecnologia. La recente mossa di OpenAI di annunciare partnership di “sovranità AI” con governi di tutto il mondo riflette una nuova fase nella competizione tecnologica tra Stati Uniti e Cina. (Fonte 3)
La questione della sovranità digitale non riguarda solo gli stati nazionali, ma anche le istituzioni culturali e gli artisti. Chi controlla gli strumenti di produzione artistica digitale? Come vengono distribuiti questi strumenti e a quali condizioni?
Meta, ad esempio, sta spingendo i suoi dipendenti che lavorano sul metaverso ad utilizzare l’intelligenza artificiale per “andare 5 volte più veloce”, come parte di un cambiamento strategico all’interno dell’azienda. (Fonte 8) Questa accelerazione tecnologica ha profonde implicazioni per il futuro della creazione artistica digitale.
Parallelamente, l’industria dell’XR (Extended Reality) continua a evolversi rapidamente, con Valve che aumenta la produzione di Steam Frame, Apple che dà priorità agli smartglasses, e Lynx che presenta il suo prossimo visore di realtà mista per utenti professionali. (Fonte 4, Fonte 6)
Questi sviluppi tecnologici non sono neutrali, ma incorporano visioni politiche ed economiche specifiche che influenzano profondamente le possibilità espressive degli artisti digitali.
Verso una nuova ecologia dell’arte tecnologica
L’acquisizione di ‘Les 4 temps’ da parte del Louvre, gli interventi AR non autorizzati al Met, e i progetti attivisti di Brain e Lavigne rappresentano diverse strategie di negoziazione con le istituzioni esistenti e le tecnologie emergenti.
Queste pratiche artistiche ci invitano a immaginare una nuova ecologia dell’arte tecnologica che non sia né completamente assorbita dalle istituzioni tradizionali né totalmente dipendente dalle piattaforme commerciali.
La sfida per artisti, istituzioni e pubblico è sviluppare forme di sovranità creativa che permettano espressioni artistiche significative all’interno di un ecosistema tecnologico sempre più complesso e contestato.
In questo contesto, la videoarte di Bourouissa al Louvre, gli interventi AR al Met, e i progetti attivisti di Brain e Lavigne non sono semplicemente opere d’arte isolate, ma rappresentano tentativi di ridefinire i confini tra arte, tecnologia e potere.
Mentre le tensioni geopolitiche attorno all’AI e al metaverso continuano a intensificarsi, gli artisti che lavorano con le nuove tecnologie si trovano in una posizione unica per contestare, sovvertire o reimmaginare questi territori contesi.
Riferimenti:
- Per la prima volta il Louvre mette in collezione permanente un’opera di videoarte
- These artists want your help distracting fossil fuel executives
- ‘Sovereign AI’ Has Become a New Front in the US-China Tech War
- The XR Week Peek (2025.10.13): Valve is ramping up the production of Steam Frame, Apple is prioritizing smartglasses, and more!
- Indigenous artists transform works at Metropolitan Museum in unsanctioned augmented reality project
- Lynx Teases Next Mixed Reality Headset for Enterprise & Professionals
- Louvre acquires first-ever video work
- Meta Tells Its Metaverse Workers to Use AI to ‘Go 5X Faster’
Questo saggio è stato generato utilizzando un workflow di intelligenza artificiale progettato e supervisionato da Enzo Gentile. Le fonti sono state selezionate e analizzate automaticamente e il testo finale è stato revisionato criticamente prima della pubblicazione.